Questo mese ho fatto una chiacchierata con Tony Kuyper, fotografo e creatore delle Maschere di Luminosità. Il primo e grande divulgatore di questa tecnica, che grazie alla sua passione e costante ricerca, è oggi molto diffusa nel mondo della fotografia.
Dimmi qualcosa di te. Da quanto tempo ti dedichi alla fotografia? Qual è il genere che preferisci?
Ho iniziato a fotografare seriamente quando mi sono trasferito sull’altopiano del Colorado nel 1983. Come saprai, un paesaggio meraviglioso, ed in gran parte sconosciuto all’epoca in cui mi sono trasferito lì. A quei tempi, potevo guidare per tre ore fino allo Zion National Park il venerdì sera dopo il lavoro e trovare ancora un campeggio vuoto. Spesso passavo i fine settimana in campeggio per scattare fotografie.
All’inizio usavo una macchina fotografica da 35 mm, poi ho cominciato a fotografare in bianco e nero su grande formato per diversi anni. E alla fine sono tornato al colore, con una 35 mm, stanco di portarmi a dietro ingombrante attrezzatura. Inoltre, Photoshop e la fotografia digitale stavano iniziando a decollare e questo semplificava enormemente l’intero processo. Le innumerevoli ore passate nella camera oscura di casa mia mi sono state molto utili: aiutandomi a capire come manipolare la luce DOPO che la foto è stata scattata. Photoshop è un’estensione naturale della camera oscura (con meno disordine).
Sono rimasto molto colpito anni fa quando ho letto per la prima volta la tua “Guida introduttiva alle maschere di luminosità”. Come, quando e perché hai iniziato la tua ricerca?
Sono stato introdotto al concetto di maschere di luminosità in una e-mail di spam e ho dovuto fare una ricerca approfondita per capirne di più, sebbene a quel tempo avevo già un’idea di quello che le maschere potevano fare su Photoshop. Ho capito velocemente come creare e lavorare con queste maschere basate sui pixel e mi sono reso conto che offrivano un metodo perfetto per realizzare modifiche alle immagini. Ho iniziato a creare maschere di luminosità ad hoc aggiungendo, sottraendo e intersecando diverse maschere fino a ottenere qualcosa che funzionasse. Così le mie foto hanno iniziato a migliorare.
Quando ho deciso di scrivere un tutorial su queste maschere, ho capito che dovevo costruire un flusso di lavoro più ordinato. Da qui nasce l’idea di creare le maschere Luci, Ombre, e Mezzitoni, con l’obiettivo di dare ai fotografi uno strumento veloce ed efficace per la post-produzione. Pensavo che la mia creazione sarebbe stata considerata troppo “nerd” per la maggior parte dei fotografi, ma a quanto pare mi sbagliavo. Questa serie di maschere è ancora oggi la base che supporta molte delle applicazioni sulle maschere di luminosità.
Per quali generi di fotografia sono progettate le maschere?
Personalmente le ho applicate principalmente a fotografia di paesaggio, maschere di luminosità (e altre maschere a base di pixel come maschere di colore e maschere di saturazione/vividezza), ma lavoro con qualsiasi immagine a toni continui. I fotografi di paesaggio sembrano però essere l’utente primario. Probabilmente perché nella fotografia naturalistica siamo generalmente alla mercé di qualsiasi luce disponibile. Le maschere di luminosità possono essere un metodo molto potente per trasformare la luce. Offrono una seconda possibilità di creare qualcosa di speciale, ben oltre la cattura originale.
Le maschere basate sui pixel possono essere facilmente adattate a qualsiasi soggetto o genere fotografico. Si tratta solo di capire il principio: come costruire le maschere a partire dai dati dei pixel invece degli strumenti di selezione di Photoshop. Una volta compreso, si apre magicamente un nuovo mondo di possibilità.
Vedo che i tuoi pannelli di azioni TK vengono costantemente aggiornati. Ci saranno novità per il 2020?
Con il passar del tempo imparo sempre di più su queste maschere e sui modi per costruirle. Condivido questa conoscenza sul mio blog, aggiornando i miei clienti sulle nuove funzionalità del pannello che genera le maschere. In realtà ho appena aggiornato l’ultima versione, il pannello TK7, a Settembre 2019, con le maschere a colori all’infinito. Queste funzionano come le maschere di luminosità, solo che è la tonalità dei pixel invece della luminanza, il punto di partenza per la costruzione delle maschere. Esistono numerose possibilità di applicazione con queste maschere, che non sono possibili con quelle di luminosità, ed ho appena iniziato a sperimentare. È davvero una dimensione completamente nuova del mascheramento!
Anche se il tutorial originale sulle maschere di luminosità è stato scritto nel 2006, non ho mai smesso di studiare come è possibile migliorarle e continuo a imparare cose nuove, che spero poter continuare a condividere in futuro.
Tony Kuyper, fotografo e creatore delle maschere di luminosità.