Il cinema, il viaggio, la ricerca dell’ ispirazione attraverso immagini da sogno. La cura della fotografia di Vittorio Storaro accompagnata dalla regia di Bernardo Bertolucci.
Due grandi maestri e 3 film da collezione selezionati per questo articolo. Un viaggio in luoghi lontani, in un passato che evoca una nostalgica bellezza e storie d’altri tempi.
Il Tè nel Deserto (1990)
Tratto dal famoso romanzo dello scrittore Paul Bowles, in questo film Bertolucci racconta la storia di due ricchi americani di New York. Una coppia in crisi che decide di fare un viaggio tra le dune dell’Algeria, nel deserto del Sahara, per cercare di dare un nuovo significato alla loro relazione.
I personaggi, interpretati da Debra Winger e John Malkovich, ci portano in un itinerario inedito, nell’era del colonialismo francese. Un viaggio di ricerca, di fronte agli ampi e suggestivi paesaggi del Nord Africa, dipinti dall’occhio fotografico di Vittorio Storaro.
Una metafora della vita, con una fotografia d’autore.
L'Ultimo Imperatore (1987)
Forse uno dei migliori film del regista italiano Bertolucci, vincitore di 9 premi Oscar. Una parte di storia della Cina, tratta dall’autobiografia di Pu Yi, ultimo imperatore della dinastia Qing. Attraverso la sua vita, si ripercorrono tutte le vicende che hanno portato al crollo dell’impero cinese.
Il piccolo imperatore vive il passaggio dalla monarchia alla repubblica, l’invasione dei giapponesi e gli anni di prigionia sotto i sovietici e i maoisti. Legato a un passato maestoso, ma costretto a vivere una vita nell’ombra, in una nuova realtà: lontano dai privilegi della corte.
Vittorio Storaro segna le tappe che il personaggio attraversa utilizzando diverse palette di colori, caldi e freddi, evidenziando così il suo passaggio nel tempo. Un uso eccellente della fotografia in un ambiente unico, tra le mura della Città Proibita. Bertolucci è il primo regista occidentale ad ottenere il permesso di filmare in questo luogo, con il permesso del governo cinese.
Il risultato è un film spettacolare, curato nei minimi dettagli. Un capolavoro del cinema.
Novecento (1976)
Il film si sviluppa in 4 parti, durante le stagioni dell’anno. Il passo del tempo che mostra i drammatici cambiamenti del Nord Italia all’inizio del XX secolo, durante l’ascesa del regime fascista. Raccontato attraverso le storie di due personaggi di diversa origine sociale: Alfredo, figlio di ricchi proprietari terrieri e Olmo, di origine contadina.
La storia inizia in estate: nell’infanzia dei protagonisti, interpretati da Robert De Niro e Gerard Depardieu. Poi si passa all’autunno, dove i due si incontrano di nuovo da adulti. L’inverno è segnato da colori freddi e dall’ascesa del fascismo. E infine la primavera, con i suoi colori accesi, che segna la fine della seconda guerra mondiale.
Il film è ambientato negli scenari storici delle province di Reggio Emilia, Parma, Modena e Mantova. Come sempre, la regia fotografica di Storaro è impeccabile.
Note finali
Spero che la lista sia di tuo interesse. L’analisi di questi capolavori del cinema è un tappa importante nello studio della fotografia. In questi film, nulla è lasciato al caso e si può imparare davvero molto sull’uso della luce, del colore e della composizione.
Ci sono centinaia di titoli, vecchi e nuovi, segnati da un uso spettacolare della fotografia. Se ce ne sono alcuni che ti hanno colpito in particolare, fammelo sapere nei commenti qui sotto!